Ad oggi, la parte del leone della consulenza offerta da banche è fatta da fondi comuni e Sicav. Il motivo principale per cui vengono proposti a scapito di altri strumenti (quali gli ETF) è noto e passa principalmente sotto il nome di conflitto d’interesse. Vediamo insieme di fare luce su alcuni aspetti.
I fondi comuni sono strumenti di investimento, gestiti dalle società di gestione del risparmio (SGR) che raccolgono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.).
Ne esistono di due tipologie, quelli a gestione attiva e quelli a gestione passiva. I fondi a gestione attiva cercano di ottenere un rendimento migliore rispetto al mercato in cui investono, mentre i fondi a gestione passiva cercano solo di replicare l’andamento del mercato.
Il problema principale dei fondi a gestione attiva sono i costi. Il gestore del fondo viene pagato tramite commissioni che vengono prelevate direttamente dall’investimento del fondo. Queste includono commissioni di gestione, commissioni di distribuzione, (spesso accomunate sotto la voce “spese correnti” o TER), commissioni di sottoscrizione, commissioni di rimborso e commissioni di performance.
L’importo (spesso ingente) di tali commissioni può ridurre la redditività del tuo investimento e aumentare il rischio di perdite ed è per questo che conoscerle e contenerle è fondamentale. Fortunatamente, possiamo facilmente reperire queste informazioni nel modulo KIID (Key Investor Information Document), che viene consegnato prima di effettuare l’investimento.
Studi recenti hanno dimostrato che la maggior parte dei fondi comuni non riesce a battere il mercato dopo aver addebitato tutte le commissioni. Inoltre, l’85% dei fondi si comporta peggio degli ETF a causa dei costi e dell’inefficienza dei gestori.
Se avete sottoscritto fondi comuni è importante capire bene in cosa avete investito e quante commissioni state pagando: spesso siamo portati a valutare i nostri investimenti basandoci semplicemente sul loro andamento: se il loro valore sale siamo soddisfatti pensando di aver fatto un buon investimento e viceversa. Purtroppo questo modo di valutare i fondi comuni è totalmente fuorviante: anche se il loro valore sale, questo non vuole affatto dire che i fondi in cui abbiamo investito siano di buona qualità e che stiamo guadagnando quanto dovremmo.
La migliore alternativa ai fondi comuni è rappresentata dai fondi passivi o ETF. Questi strumenti sono analoghi ai fondi comuni ma non hanno né gestore né commissioni. Inoltre, si limitano a replicare l’andamento di un indice senza cercare di batterlo. In breve, detengono tutti i titoli che fanno parte dell’indice. Gli ETF non hanno commissioni ma solo costi operativi compresi tra circa 0,05% e 0,5%. Costando molto meno dei fondi comuni (in media 10 volte meno) vi consentono di guadagnare di più eliminando le commissioni e le inefficienze dei fondi comuni, ottenendo così un miglior equilibrio tra rendimenti, costi e rischi.